Disuguaglianze e razzismo

AutorLuigi Ferrajoli
Páginas5-35
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Ferrajoli, L. | Pp. 5-19
Disuguaglianze e razzismo
Luigi Ferrajoli
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Che cosa è il razzismo? • Proverò a rispondere sommariamente a
quattro domande: a) che cosa è il razzismo; b) perché il razzismo;
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to; d) quali le prospettive future.
Per rispondere alla prima domanda —che cosa è il razzismo?
occorre muovere da una banale premessa: le razze non esistono; esse
sono un’invenzione della subcultura occidentale, come tra l’altro hanno
provato, se ce ne fosse stato bisogno, le ricerche sul genoma umano. E
allora, domandiamoci, che cosa, esattamente, è stato inventato come fon-
damento del razzismo? Io penso che sia stata inventata un’antropologia
della disuguaglianza: l’idea, in altre parole, che talune categorie di perso-
ne, a causa di talune caratteristiche naturali, siano non solo diverse ma
inferiori. Inferiori in un senso molto lato, oscuro e polisenso di questa
parola: perché intese come inferiori umanamente, o moralmente, o in-
tellettualmente, o socialmente; oppure inferiori perché ritenute incivi-
li, o comunque aliene e perciò pericolose per la comune sicurezza; op-
pure, ancora, inferiori in quanto anormali o subnormali. In tutti i casi
il razzismo consiste nella negazione della dignità e quindi del valore e
dell’identità di “persona” di intere classi di soggetti, percepiti come di-
versi e perciò alieni e/o inferiori.
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DE JURE | Revista de investigación y análisis
Número 3 | Cuarta época | Año 16 | Noviembre de 2016
Ma allora il razzismo condivide queste caratteristiche —la per-
cezione di determinate categorie di persone come inferiori— con altre
antropologie della disuguaglianza: il sessimo, cioè la concezione de-
lla donna per lungo tempo dominante, anche nella cultura occiden-
tale, come intellettualmente inferiore; l’omofobia, cioè la concezione
dell’omosessualità come perversione e degli omosessuali come inferiori
perché anormali o pervertiti; il classismo, cioè la concezione dei sogget-
ti economicamente più deboli come socialmente e, di nuovo, antropo-
logicamente inferiori.
Penso perciò che tutte queste diverse antropologie della disu-
guaglianza siano esattamente la stessa cosa; che possiamo quindi chia-
mare razzismo non soltanto l’antisemitismo e tutte le varie forme di ra-
zzismo basate sul colore della pelle o di altre caratteristiche somatiche
o etniche, ma anche il sessismo, il maschilismo, l’omofobia e il classis-
mo. Dietro la percezione del diverso come inferiore ci sono sentimenti
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difesa delle proprie identità contro indebite contaminazioni. Ma tutti
questi sentimenti sono in realtà alimentati da subculture razziste, a loro
volta assecondate e legittimate, come cercherò di mostrare, dalle disu-
guaglianze e dalle discriminazioni giuridiche di cui i “diversi” sono vit-
time. E’ sul senso e sulle ragioni di queste subculture che dobbiamo in-
terrogarci. Vengo così alla nostra seconda domanda.
2
Perché il razzismo? • E’ di nuovo la premessa all’inizio formulata che
vale a orientare la risposta a questa seconda domanda. Proprio perché
le razze non esistano, la sola spiegazione del razzismo è di carattere po-
litico. Il razzismo consiste, essenzialmente, in un meccanismo politico
di esclusione: di discriminazione e, al limite, di negazione dell’umanità
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meccanismi di esclusione? Io credo che la risposta più penetrante e
brutalmente illuminante a questa domanda sia stata fornita da Michel
Foucault nel suo Corso del 17 marzo 1976: il razzismo, scrisse Foucault,
rappresenta il modo in cui è stato possibile introdurre una separazio-

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